lunedì 11 giugno 2012

La faggeta sulle Apuane

Caterina stava rannicchiata sulla sua poltroncina di vimini all'ombra del grande castagno del bisnonno, ogni tanto alzava gli occhi dal libro e guardava lontano, si perdeva in quel paesaggio fatto di montagne grandi alberi e squarci bianchi come la neve. I suoi monti come li chiamava lei, le Apuane per tutti gli altri.
Era partita da lì tanti anni prima, era una bambina ma appena s'è presentata l'occasione ha fatto di tutto per tornare alla vecchia casetta dei nonni, la casetta dove era nata, dove aveva mosso i primi passi tra quelle rocce in mezzo ai boschi di lecci faggi e castagni. Ci andava con la nonna che le raccontava di folletti nascosti tra le radici delle grandi piante indicandoglieli... ecco lo vedi, guarda è lì... vicino a quel rametto... ma i folletti dovevano essere veloci per quanto fossero piccoli perché lei non aveva mai fatto in tempo a vederne uno e la nonna rideva di quel suo broncio dispiaciuto... sarà per la prossima volta, ancora non ti conoscono e si nascondono.
Gli anni erano passati, a volte veloci a volte interminabili tra gioie e dolori come per tutti.
Caterina avrebbe tanto voluto tornarci a vivere con il suo Luca che aveva imparato ad amare quei luoghi quando venivano a trovare i nonni e si fermavano un po' di giorni. Quante passeggiate fatte mano nella mano alla ricerca di castagne o frutti di sorbo, trovavano anche i funghi ma non piacevano a nessuno dei due e si limitavano a guardarne la bellezza ed i colori e poi, i bagni nel torrente insieme agli amici... quanti ricordi solo a guardare quei monti.
All'improvviso sente una vocina che la chiama, non capisce da dove venga... chi può mai essere arrivato fin quassù. Caterinaaa Caterinaaa vieni a prendermi che da solo non ce la faccio. Si guarda intorno ma non vede nessuno... che strani scherzi fa il vento, probabilmente sono ragazzi che giocano laggiù più a valle... Caterinaaa... ma no... stanno proprio chiamando lei.
Si alza pigramente e si guarda intorno... non c'è nessuno. Ride di sé e torna al suo libro ed alla comoda poltroncina.
Il libro la riassorbe, le piacciono i racconti di Liala che le fanno vivere atmosesfere d'altri tempi.
Ma ecco di nuovo la vocina... Caterina sono qui... ora mi vedi? Caterina si stropiccia gli occhi e guarda in direzione della vocina e... lo vede... Oh! mi hai visto finalmente, non ti ricordi di me? Ma... veramente... non ricordo. Come puoi non ricordarti di me, mi hai incontrato tante volte con la nonna quando passeggiavi nella faggeta, eravamo piccoli tutti e due. Caterina cerca di ricordare ma proprio non ce la fa e mentre lo guarda cercando nei suoi ricordi di bambina si accorge che qualcun altro è lì con loro... Luca... che ci fai qui? quando sei arrivato, non ti ho sentito e mentre parla gli butta le braccia al collo riempiendolo di baci. Luca, il suo Luca, finalmente lo poteva toccare dopo tanti anni di sogni. Luca, tesoro, non sei cambiato. Nemmeno tu Caterina sei sempre bellissima come quando ti ho lasciata... sono tornato per restare e vivremo qui, insieme, noi tre.
Caterina sentì una squillante risata... abbassò lo sguardo e lo vide... era lì... vicino al suo piede... piccolo e col cappellino rosso come diceva la nonna... era il folletto che non era mai riuscita a vedere ed ora era lì con lei ed il suo Luca.
Era finalmente di nuovo felice Caterina. Aprì gli occhi quando una folata di vento fresco le scompigliò i bianchi capelli guardò i suoi amati monti...sorrise...  richiuse gli occhi e si allontanò verso la faggeta con il suo Luca ed il folletto.

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